venerdì 9 dicembre 2011

LA LEGGE DEL CONTRABBASSO


















E quindi davanti a me ho uno stupido maiale, disegnato così, che parla così, fa cose così.
E non è neanche colpa sua, è l'impianto societario a renderlo cattivo.
A renderlo maiale.

D'altronde, con la coda arricciata ci nasci, sta a te decidere se rendere le tue chiappe prosciutto o vendere cara la cotenna.
E non sto mica scherzando.

è la legge del contrabbasso.

Lo swing, le corde martellare, la legge del ritmo. Che ti costringe all'equilibrio.
La legge per la quale, se canti a tenore e non sei ne boche ne mesuboche, o sei contra o sei bassu.

Quindi faccio un maialino coraggioso (e armato) per contrabbassare.
Sto disegnando (dopo averla scritta col cuore in fiamme e l'anima a pezzi) una breve e inutile storia fatta di inutili simboli che capirò solo io.
E non certo perché io sia un genio.
Perché , come ho detto, sono cose inutili.
La storia nasce da un sogno (si si, lo so: che noia, lo stereotipo dell'artista ispirato dall'onirico, da Giuseppe con l'angelo a Dalì, tutto già visto, che
palle) ma io me ne fotto: non sono il padre putativo di Dio, non sono catalano ne tanto meno sono un artista, quindi, gai est.

Tre vasche. Tre enormi vasche piene di maiali macellati e marci. Tre livelli diversi di ammuffimento.

Dopo un sogno simile non sono molte le cose che puoi fare.
Le poche cose che ti fanno star bene: calzi le tue adidas, perfette. Butti sugli occhi il tuo cappellino billabong, protettivo.
E fai ciò che ti libera: scrivi.

Poi disegni.
Disegni vasche piene di maiali macellati. Putrescenti.
Che schifo.
Non mi piace, neanche un po'.

Non che non mi diverta disegnarli, ma non mi piace.

E lì arriva il mio angioletto personale, estemporaneo. Viene a salvarci.
Un maiale calzato, vestito e armato.
A mettere ordine, a far rispettare la legge. LA legge del contrabbasso.
Triste, pronto a uccidere.
A uccidere i miei bisogni, uno a uno.

Disegnato di getto, neanche troppo bene.
Viene a vendicare.
A vendicare l'idea.
Di tutti i miei progetti nati morti, uccisi in vita, macellati, lasciati marcire.
Dentro vasche.
Vasche nella testa.

Che nascondi di giorno.
Che bussano di notte.





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